Ho lasciato bruciare al sole quel fuoco che, col vento, si espandeva e ardeva
prepotentemente offuscando il mio pensiero, riducendolo in cenere.
Rimpiazzato dall’aridità che per anni ho combattuto, adesso riposo,
accettando un destino che non ho scelto e che stranamente ho creato
insieme a chi appiccava incendi con in mano un semplice accendino.
Eppure lo stesso ardore che ha distrutto, adesso mi consola,
mi illumina e da solo libera la mente dagli ingorghi affollati.
Avvolta da deserto, respiro sabbia e trasformo in roccia.
Mai avrei pensato che l’amaro assaporato potesse salvarmi dal mondo esterno.
Arido amore hai divampato a lungo ed ora spento hai fermato il tempo.
Non sono più quell’oasi su cui trovare rifugio, riposarsi e rialzarsi;
sono il terreno lasciato seccare, abbandonato alle intemperie,
nuova forma da plasmare, vuota e da colmare, ma viva.
Non ho più bisogno di gridare, il mio silenzio ovunque ed è parte di te.
V.